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Sinistra per Calenzano

Ambiente e Territorio

Abbiamo appreso questo giovedì dall'ufficio stampa del Comune che il 30 aprile scadono i termini per presentare osservazioni al progetto di fattibilità del Parco delle Carpugnane.

Si tratta di un atto della Giunta Comunale, quindi non ci sono obblighi di legge per fissare i termini né della consultazione con i cittadini, né per la presentazione delle osservazioni.

È ben chiara però la volontà politica.

Parliamo di un progetto che impegnerà 10 milioni di euro, e il modo con cui verrà realizzato segnerà una parte importante del vivere urbano del nostro Comune, e quindi del futuro dei calenzanesi.

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Venerdì 2 Aprile alle 21.15, in diretta streaming su Facebook e sul nostro sito, si terrà un'iniziativa che affronterà tematiche importantissime per il nostro Comune: Piano Operativo Comunale, Piano della Mobilità, ma anche quanto previsto nel “Masterplan” per la realizzazione della cosiddetta “Nuova Centralità Urbana” e nel progetto del Parco della Carpugnane.

Durante la serata verranno descritti questi interventi e messe in luce tante delle evidenti contraddizioni che si celano dietro le descrizioni delle opere previste.

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In questo numero:

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Il fiume Marina è assai disordinato...
Il ponte alla Valle nella viabilità storica: recuperare l'antico nome per valorizzare il territorio ed entrare nel futuro

Nelle antiche leggende i ponti non hanno mai goduto di buona fama. Simbolo di un passaggio, spesso autentici collegamenti tra il mondo dei vivi e quello dei morti, sui ponti il viandante poteva anche fare brutti incontri e numerosi sono i ponti del diavolo, a ricordare come solo l'astuzia o l'aiuto divino avevano potuto salvare qualche malcapitato dalle grinfie del demonio. Del resto, passare un ponte non doveva infatti risultare cosa agevole. Su strade da percorrere a piedi, a dorso di mulo o, per i più fortunati, su carri, a cavallo, in carrozza o calesse, su strade non asfaltate paragonabili alle mulattiere odierne, sotto il solleone e nella polvere in estate, all'acqua, al gelo, impantanati nella mota in inverno, i viaggiatori (pellegrini, soldati o mercanti che fossero) coprivano distanze che si misuravano in giorni di cammino, superavano dislivelli arrancando in salita, anche un semplice torrente poteva costituire un serio ostacolo considerando la precarietà del passaggio (poco più di un guado o una semplice passerella di legno) e un'ampiezza del letto fluviale spesso variabile col trascorrere delle stagioni.

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