Qui il comunicato del Comune all'approvazione del PAESC e quello sui nostri dubbi iniziali, il nostro comunicato al momento della conferma degli errori, e la replica di Padovani a cui abbiamo risposto in questo comunicato.

Nello scorso Consiglio comunale, il gruppo consiliare “Sinistra per Calenzano – Per la mia Città” ha invano richiesto l’annullamento della delibera in cui si era approvato il PAESC, documento di programmazione delle politiche ambientali comunali che, come ci è stato confermato dall’Amministrazione stessa, contiene dati palesemente e pesantemente errati.

Tuttavia, a differenza di quanto riportato dall’assessore Padovani nella replica alla nostra richiesta di annullamento, e come appare ben chiaro a chiunque conosca anche solo le linee di massima del nostro programma elettorale, anche noi riconosciamo il valore del PAESC e gli impegni contenuti nel Patto dei Sindaci: proprio per questo non vogliamo che il contributo del nostro Comune a questo progetto, lungimirante e di portata mondiale, consista nel riportare dei dati FALSI. Una volta annullata la delibera d’approvazione, nessuno impediva all’Amministrazione di correggere il dato e riapprovare il PAESC nello stesso Consiglio comunale di lunedì scorso: evidentemente, quella di correggere un atto falso facente parte di un progetto mondiale non è una priorità della Giunta. Non è certo nostra intenzione, come viene detto distorcendo la realtà, di privare Calenzano di uno strumento innovativo ed importante, ma di fare in modo che tale strumento sia usato correttamente: anzi, appare evidente che se i finanziamenti stanziati per ottemperare al Patto dei Sindaci permettono di ottenere una riduzione nelle emissioni di CO2 solo dell’1,75%, tali finanziamenti non vengono usati in maniera opportuna.

Partiamo dai fatti: il 30 ottobre 2017 il Comune di Calenzano ha aderito al Patto dei Sindaci per l’Ambiente. Come si riporta sul sito ufficiale (www.pattodeisindaci.eu), le città firmatarie s'impegnano a sostenere l'attuazione dell'obiettivo comunitario di riduzione del 40% dei gas a effetto serra entro il 2030, e l'adozione di un approccio comune per affrontare la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici.

Entro un anno dall’adesione al Patto dei Sindaci, le città firmatarie sono tenute a specificare con quali misure esse intendano ridurre le emissioni di CO2, allestendo un Piano d’Azione: il PAESC.

Dal sito ufficiale del Patto dei Sindaci apprendiamo che “la vision futura del Comune di Calenzano, punta ad un territorio sostenibile, attraente, vivibile, resiliente e ad alta efficienza energetica; il Comune attraverso questo strumento si impegna a: ridurre le emissioni di CO2 pro capite del 40% entro il 2030 e accrescere la propria resilienza”, e che l’approvazione formale del PAESC della nostra città è avvenuta l’11 dicembre 2018, per poi essere presentato all’Ufficio del Patto dei Sindaci il 10 agosto 2019.

Il 3 ottobre 2019 a Calenzano il PAESC è stato sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale. Abbiamo immediatamente fatto notare il grave errore in esso presente: viene prevista una riduzione di emissioni al 2021 del 18,35% rispetto al 2008, ma poiché viene erroneamente sovrastimata (di circa 200 volte) la riduzione ottenuta con l’allacciamento degli abitati di Legri e Le Croci alla rete di distribuzione del gas metano, la riduzione effettiva risulta solo dell’1,75%. I nostri dubbi non vengono ascoltati, il PAESC viene approvato, la Giunta ne continua a sostenere la bontà e solo il 21 gennaio 2020, in una seduta appositamente convocata, la Commissione Consiliare “Assetto del Territorio” riconosce l’errore; emerge che risulta del tutto errato anche il metodo di calcolo degli obiettivi di riduzione e della efficacia delle misure, in quanto calcolandole direttamente sul dato delle emissioni 2008, non si tiene di conto che nel frattempo le emissioni sono aumentate (essendo nel 2017 già 15'090,6 tonnellate di CO2 equivalenti in più rispetto al 2008) e che quindi la riduzione derivante dalle azioni del PAESC dopo la correzione non sono nemmeno sufficienti a farci tornare al livello di emissioni del 2008, allontanando ancora di più il raggiungimento dell’obiettivo di una riduzione del 40% al 2030.

Alla presentazione della richiesta di annullamento, nei primi minuti dello scorso Consiglio comunale, il Sindaco già senza prendere atto del documento ci ha risposto che avrebbe rigettato la nostra richiesta, pur ritenendola legittima, in quanto il Piano sarebbe “solo” il programma degli interventi e delle azioni ambientali previste, e non sarebbe inficiato dalle variazioni emerse nelle stime di riduzione di CO2 emessa; anzi, la riduzione delle emissioni per l’Amministrazione sarebbe “un dato che afferisce a una misurazione parallela, e che non era neanche necessario inserire all'interno del PAESC”, come riportato dal Sindaco in Consiglio. Inoltre viene espressa soddisfazione per il fatto che la misurazione di partenza delle emissioni di CO2 relativa al 2008 risulti sovrastimata: anche il nostro Gruppo si rallegra di questo dato, ma come già detto, in termini pratici questo ci distanzia ancor di più dall’obiettivo prefissato.

Questa giustificazione ci appare paradossale: il PAESC non è una pianificazione di azioni fine a sé stessa, ma è lo strumento deputato alla definizione degli interventi mirati alla riduzione delle emissioni di CO2 previste dal Patto dei Sindaci, quindi come si può valutare l’efficacia di questi ultimi se non proprio stimando e verificando quanto essi vadano a ridurre la quantità di CO2 equivalente prodotta?

Confidiamo che il Piano venga integrato ed aggiornato in futuro inserendo interventi di portata più consistente, d’altra parte queste sono state le dichiarazioni del Sindaco all’atto dell’approvazione del Piano: “Abbiamo messo il contrasto ai cambiamenti climatici al centro della nostra programmazione, perché la politica ambientale non deve riguardare solo un settore, ma deve costituire l'elemento prioritario che guida tutte le scelte, presenti e future, relative al proprio territorio. Dare precedenza a iniziative che abbiano quale obiettivo lo sviluppo sostenibile è non solo necessario, a prescindere dalle dimensioni della nostra comunità e del nostro territorio, ma è anche l’unico modo per essere responsabilmente coerenti con le affermazioni, troppo spesso abusate nella discussione generale, di attenzione all’ambiente e di contrasto alle emissioni climalteranti”.

Tuttavia, anche alla luce del “Manifesto per la Comunicazione non Ostile” a cui la Giunta ha aderito e che ci ha prontamente invitato ad adottare, in particolare riferendosi al punto 2 (“Si è ciò che si comunica”), 4 (“Prima di parlare bisogna ascoltare”), 6 (“Le parole hanno conseguenze”), 7 (“Condividere è una responsabilità”) e 8 (“Anche il silenzio comunica”),  e dopo che nello scorso Consiglio comunale si è difesa la bontà di un atto palesemente falsato, che contiene proprio affermazioni scorrette sui risultati previsti dalle azioni di contrasto alle emissioni climalteranti, e dato che ancora dopo 4 mesi dall’approvazione non ne è stata data comunicazione ufficiale ai cittadini da parte dell’Amministrazione, ci chiediamo dove sia finita la responsabile coerenza a cui il Sindaco faceva riferimento.