Quando abbiamo visto il titolo giornalistico del comunicato del PD, che poi è l’incipit del documento, ci siamo apprestati alla lettura con curiosità mista ad una certa soddisfazione.

Finalmente una riflessione autocritica delle politiche seguite negli ultimi anni.

D'altronde sarebbe stata più che opportuna: chi più del PD ha perso la capacità di ascolto della società?

Dal jobs act ai tagli alla sanità, la riforma della scuola: una perdita totale dell'ascolto dei ceti più deboli, le periferie, il mondo del lavoro, in una parola coloro che hanno storicamente rappresentato la forza e la vitalità della sinistra.

Avrebbe trovato parimenti buone ragioni anche nelle politiche a livello territoriale. Citiamo per tutte il massiccio travaso di risorse dalla sanità pubblica a favore di quella privata, e una perdita di azione che ha reso le Regioni rosse pienamente contendibili dalle destre.

Come avrete potuto leggere, non era questo il caso; l’attacco è tutto nei confronti della sinistra (mai contro le destre, un altro argomento che ci svierebbe dal ragionamento iniziale, ma sarebbe meritevole di approfondimenti).

Si ha l’impressione, anche nel nostro Comune, che il PD si metta allo specchio e si riferisca all’immagine riflessa.

Ciò accade anche quando gruppi dirigenti locali si affermano condividendo una battaglia politica condotta a livello nazionale da un leader, ma poi perdono la carica iniziale e la trasformano in puro esercizio di gestione del potere. Passano indenni sconfitte nazionali e cambi di segretari.

Un comportamento legato ad un'altra riflessione: l’ascoltare non è neutro e sufficiente, nella società tante sono le voci che si levano, anche contraddittorie e contrastanti fra di loro.

La Politica fa delle scelte, le deve fare, ma per percorrere una strada piuttosto che un'altra deve possedere dei valori, saldi ancoraggi nei ceti che vuole rappresentare, ed essere in grado di sviluppare intorno a tali decisioni un progetto, una visione del futuro che vuole indicare e che si impegna a costruire.

Senza basi del genere (e purtroppo lo abbiamo visto), l’ascoltare diventa inseguire sondaggi, umori della pancia del Paese, non porsi con quel "passo avanti" che la Politica deve avere.

Qui sta la vera missione della Politica, quella appunto con la P maiuscola.

Riflettiamo bene questo punto, altrimenti l’ascoltare diventa un verbo privo di significato, vuoto di contenuti (mi verrebbe da dire uno slogan senza senso, altro argomento su cui tornare).

Con le nostre ridotte forze, ma con tutta l’energia che abbiamo, noi cerchiamo di comportarci secondo quanto visto, cercando di stare vicino alle persone e provando nel nostro Comune a fare della buona politica, assieme ed in rapporto con i cittadini. Commettiamo errori? Certamente, ma cercheremo di correggerli, in un lavoro collettivo di uomini e donne che credono in quello che fanno, e fanno ciò in cui credono, fermamente.

Dal nostro ascoltare viene forte questa esigenza: avere una politica nuova nel suo essere e nei suoi programmi.

Guardando nello specchio noi fortunatamente vediamo questo.