Si fa un gran parlare di "consumo di suolo zero", tema che saltuariamente viene riproposto - a parole - dalle forze di maggioranza. Brevemente, vediamo quanto il POC adottato dal Comune di Calenzano sia coerente con questo principio.

Si sostiene che l’uso dei crediti edilizi non consumi suolo perché consente il recupero di volumi già esistenti ma collocati fuori dalla maglia urbana. Teoricamente è così, ma nella pratica i crediti vengono ora usati per trasferire all'interno della maglia urbana dei volumi di basso valore immobiliare, aumentandone così notevolmente il valore e talvolta persino accedendo a meccanismi di premialità che determinano l'incremento dei volumi edificabili. Qualcuno ha voglia di farsi un giro alla Fogliaia per verificare come non venga consumato il suolo? Fino al punto che una nuova scuola ora ci entra a malapena.

Primo esempio: i volumi della Comeca, capannoni a nord di Carraia, vengono recuperati in via dei Prati, alle porte di Travalle, intaccando una delle poche zone inedificate nel perimetro urbano del nostro Comune; non potevano essere recuperati sul posto, dove del resto alcune abitazioni già esistono? Questo sarebbe davvero "consumo di suolo zero".

Secondo esempio: se, come sostiene la maggioranza, tutto il POC è basato su recupero di crediti e rigenerazioni, come mai l’intervento di Fibbiana (8500mq su terreno vergine, uno dei più consistenti interventi previsti) non recupera nessun credito e va ad occupare una preziosa risorsa territoriale del nostro Comune?

Terzo esempio: nella rigenerazione del Pino - intervento sicuramente necessario - perché includere come superficie edificabile l’"area cani" a ovest della Coop, occupando così uno dei pochi spazi a verde rimasti e precludendo un ottimo ingresso al Parco delle Carpugnane?

Le possibili conclusioni sono due: o qualcuno ha una bizzarra interpretazione dello slogan “consumo di suolo zero”, oppure è consapevole di sostenere il falso ma non riesce ad ammetterlo.