I pareri degli Enti sul POC:

L’Autorità di Bacino dell’Arno, nel parere sul Piano Operativo Comunale inviato lo scorso aprile, richiama il Comune di Calenzano al rispetto degli indirizzi del piano di Bacino per una corretta pianificazione del territorio: il piano vieta l’edificazione su aree come quella di Fibbiana classificate P3 ad Elevata Pericolosità idraulica, dove il POC prevede invece l’edificazione di 8.000 mq di superficie edificabile, con destinazione industriale/direzionale.

L’Autorità di Bacino afferma che "ai sensi dell’art. 7 comma 3 delle norme del PGRA (Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni) del Distretto dell’Appennino Settentrionale, nelle aree a pericolosità da alluvione "P3" non sono consentite previsioni di nuove opere pubbliche e di interesse pubblico riferite a servizi essenziali, previsioni di nuove aree destinate alla realizzazione di impianti di cui all’allegato VIII alla parte seconda del decreto legislativo n. 152/2006 e previsioni che comportano la realizzazione di sottopassi e volumi interrati".

L’Autorità richiama altresì al rispetto dell’art. 8 in cui si afferma che nelle suddette aree P3, come quella di Fibbiana, con elevato rischio di alluvioni con tempi di ritorno inferiori ai 30 anni, "dovranno essere evitate le previsioni e le realizzazioni di nuove edificazioni, salvo che non siano possibili localizzazioni alternative".

La stessa mappa del rischio idraulico redatta dal Comune negli elaborati allegati al POC indica, per l’area di Fibbiana dove è prevista l’edificazione, classi di magnitudo idraulica “severa” e “molto severa” e che ragionevolmente sconsiglierebbero qualsiasi previsione edificatoria.

Da considerare che la magnitudo idraulica "molto severa" si ritrova solo negli alvei dei torrenti e nelle casse di laminazione, appositamente create per contenere le piene dei nostri torrenti mediante esondazioni controllate.

Abbiamo visto, nelle settimane scorse, i disastri in Sicilia e in altri parti di Europa. Dovremmo avere imparato che i cambiamenti climatici rendono ancora più vulnerabile il territorio, soprattutto laddove la programmazione urbanistica ha voluto forzare la natura dei luoghi, costruendo in aree con elevato rischio di alluvioni.

Qualcuno si ricorderà che proprio quell’area di Fibbiana si allagò trent'anni orsono. 

Ma a Calenzano le lezioni del passato e l’evidenza delle cose sembrano dettagli trascurabili, di fronte alla volontà di assecondare gli appetiti speculativi. Speriamo di essere smentiti.