È ormai ferma da più di un anno la discussione sul Piano Operativo Comunale (POC) di Calenzano, il documento con cui la Giunta comunale e il Sindaco definiscono il futuro urbanistico della città, stabilendo quali modifiche apportare al regolamento urbanistico vigente durante il proprio mandato amministrativo.

Risale infatti a fine aprile 2021 il termine per la presentazione delle osservazioni al POC; il procedimento di formazione del POC era stato deliberato a fine 2019 dal Consiglio comunale, che ha poi adottato il Piano a febbraio 2021: manca quindi il passaggio finale, vale a dire l’approvazione definitiva del POC una volta discusse le osservazioni ricevute e aggiornato di conseguenza il Piano.

È chiaro quindi che, se lo si volesse, ci sarebbero e ci sarebbero comunque già stati i tempi per recuperare un confronto più approfondito con i cittadini sulle scelte urbanistiche, o per modificare le scelte stesse.

Un confronto che è necessario recuperare soprattutto se consideriamo che si è scelto di svolgere il percorso di adozione del POC durante la pandemia, limitando le occasioni pubbliche di partecipazione e informazione unicamente alle due assemblee virtuali trasmesse in streaming a novembre 2020 e a marzo 2021.

Sarebbe opportuno chiarire le effettive motivazioni dei ritardi: con l’allungarsi delle tempistiche di approvazione si rischia infatti che il POC di questa Amministrazione e dell’attuale maggioranza diventi il Piano già scritto per la prossima Giunta comunale e per il prossimo Sindaco, o più probabilmente, che l’attuazione del Piano – e quindi l’assecondamento dei portatori di interesse che hanno contribuito alla sua stesura – diventi il terreno di battaglia per condurre, da parte delle forze di governo, la campagna elettorale del 2024.

Un terreno di battaglia alquanto scivoloso: abbiamo già avuto modo di esprimerci sulle previsioni edificatorie contenute nel POC, che di fatto vanno ad esaurire già in 5 anni gran parte delle aree risorsa individuate per i prossimi 20 anni circa dal Piano Strutturale Intercomunale approvato a inizio 2019, occupando quasi tutti gli spazi verdi rimasti liberi all’interno del perimetro urbano.

Eppure sul nostro territorio ci sono molti capannoni industriali abbandonati, che potrebbero essere riqualificati o rigenerati, consentendo così di contrastare il degrado e contemporaneamente fornire nuovi spazi utili ad attività produttive o commerciali, e anche per nuove abitazioni.

Nonostante ciò, pur di consentire le nuove previsioni contenute nel POC si sono compiute forzature ingiustificabili, come l’acquisizione da parte del Comune del tratto di strada provinciale SP8 fra via Garibaldi e la rotonda con via di Prato, per ridurre da 30 a 10 metri l’area di rispetto inedificabile accanto alla strada e massimizzare la possibilità edificatoria nell’area di Fibbiana. Ci rimettono chiaramente i cittadini calenzanesi, che ora devono pagare la manutenzione di quel tratto di strada ex provinciale che include il ponte sul torrente Marina.

Durante la fase partecipativa del POC Sinistra per Calenzano ha presentato 19 osservazioni, tutte accessibili qui e principalmente improntate al contenimento del consumo di suolo, ma non solo: anche i cittadini hanno presentato osservazioni, si sono organizzati e hanno fatto sentire la propria voce, mentre allo stesso tempo gli Enti sovracomunali hanno segnalato, attraverso i propri pareri, diverse criticità e difformità nel POC proposto dalla Giunta.

Ci auguriamo che la discussione delle osservazioni al POC e l’allungarsi delle tempistiche in generale si trasformino invece nell’occasione per un confronto più largo e per il necessario cambiamento di rotta, nel segno della sostenibilità e anche della riduzione del consumo di suolo vergine, nel progettare il futuro urbanistico che si vuole dare a Calenzano.