Sinistra per Calenzano ribadisce la propria contrarietà alla realizzazione della società multiutility in Toscana, che unificherebbe in 66 Comuni i gestori del servizio idrico integrato, della distribuzione e vendita dell’energia e della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Un’operazione pericolosa, come abbiamo già avuto modo di affermare in Consiglio comunale a dicembre 2020 e come tante realtà associative e politiche stanno ancora riconfermando in questi giorni, che rappresenta un modello aziendalistico e privatistico, frutto di una stagione di ubriacatura ideologica neoliberista che oggi mostra, in Italia e nel mondo, tutti i suoi limiti ed il suo fallimento.

Il progetto è ormai giunto al passaggio di approvazione nei Consigli comunali dei territori coinvolti, e le Amministrazioni locali stanno procedendo spedite alla ratifica del progetto senza coinvolgere le rispettive comunità locali, nonostante la normativa di riferimento imponga l’apertura di un dibattito pubblico.

Il processo di concentrazione e privatizzazione dei servizi pubblici, di cui abbiamo avuto diversi esempi nel corso degli ultimi 20 anni, non ha mai portato ad un effettivo efficientamento o mantenuto i benefici promessi per gli utenti, spesso invece tradotti in aumento delle tariffe o dei costi di gestione, senza alcun significativo riscontro sul versante della qualità dei servizi e sull’aumento degli investimenti, come le vicende di Autostrade per l’Italia, o - su scala regionale - di Publiacqua, di Alia, di Autolinee Toscane, stanno lì ancora oggi a dimostrare.

E d’altra parte ancora una volta si contraddice l’esito del referendum del 2011, in cui la stragrande maggioranza degli elettori votò per l’acqua pubblica, sancendo il principio che questo bene essenziale ed i servizi ad esso connessi dovevano restare pubblici in quanto bene comune: da allora ad oggi, ad oltre dieci anni di distanza, non sono stati ancora messi in atto i dettami scaturiti dal voto popolare, e si segue ostinatamente il modello della privatizzazione e della quotazione in borsa.

I Comuni si troveranno così nella contraddittoria posizione di azionisti obbligati a rispondere alla logica di mercato e del massimo profitto, e contemporaneamente di istituzioni impegnate nel tutelare e rappresentare le esigenze degli utenti; secondo quanto previsto dalle clausole dei patti parasociali, le realtà più piccole, come quella di Calenzano, non potranno far valere la propria voce in capitolo, poiché viene tutelata unicamente la rappresentanza dei capoluoghi di provincia e delle realtà già aggregatesi negli organi amministrativi della nascente società.

Con uno specifico Ordine del Giorno di contrarietà all’istituzione della multiutility, nel prossimo Consiglio comunale il gruppo “Sinistra per Calenzano – Per la mia Città” chiederà all’Amministrazione anche di rinviare l’approvazione della delibera, sia per poter effettuare un approfondimento sulle ricadute di tale decisione sul bilancio comunale e sui servizi offerti alla cittadinanza, che per aprire una consultazione pubblica sul tema coinvolgendo i cittadini.