Dal 13 gennaio 2023 è diventato efficace il Piano Operativo Comunale di Calenzano.

È il Piano che dà il via libera all'edificazione sulle ultime aree verdi rimaste libere dalle costruzioni dentro il perimetro urbano. Fibbiana, Via dei Prati, Via di Pagnelle, Via Pertini, Via di Prato, Via Salvanti, Via Monti, Via dei Tessitori, Via Fanciullacci: sono i tanti luoghi dove vedremo sorgere dal nulla nuove case o nuovi capannoni.

Mai come in questa occasione chi amministra si è dimostrato così indisponibile a tenere in considerazione le osservazioni dei cittadini e a modificare le scelte più controverse e contestate.

Nel passato il passaggio delle osservazioni al Piano Regolatore non è mai stato un fatto puramente formale. Negli anni ’90 ad esempio, in sede di approvazione definitiva furono apportate notevoli modifiche al PRG, dando prova di una disponibilità all’ascolto di cui oggi si è persa ogni traccia, nonostante il gran parlare di percorsi partecipativi.

Il POC approvato dal Consiglio lo scorso 10 novembre, dopo tre anni dall’avvio del procedimento, invece è stato totalmente blindato, soprattutto nelle previsioni che riguardavano le nuove costruzioni. A nulla sono valse le raccolte di migliaia di firme per fermare la saturazione degli ultimi appezzamenti di terreno rimasti liberi in ambito urbano. E nemmeno i pareri critici espressi dagli enti, come Regione, Soprintendenza e Autorità di Bacino.

Si è sempre costruito, e noi semplicemente vogliamo che si continui a farlo: così Giunta e maggioranza, durante il dibattito in Consiglio, hanno giustificato le loro scelte, incuranti delle conseguenze urbanistiche e ambientali in un territorio pianeggiante già fortemente saturato da costruzioni e congestionato dal traffico.

Eppure l’emergenza climatica è ormai un'evidenza sotto gli occhi di tutti e dovrebbe indurre ad un ripensamento anche nelle politiche di governo del territorio, promuovendo, in coerenza con la legislazione regionale, il riuso, il recupero, la riconversione del già costruito e la salvaguardia delle aree inedificate.

Invece niente da fare: ad oltre tre anni dall’avvio del procedimento si decide di andare avanti a testa bassa a costruire come negli anni ‘80, incuranti anche delle conseguenze politiche laceranti che tali scelte comporteranno inevitabilmente.

Va infine sottolineato che, anche in virtù dei notevoli ritardi accumulati, difficilmente vedremo la realizzazione delle previsioni contenute nel POC in questo ultimo anno che ci separa dalle elezioni comunali. Saranno tuttavia predisposti i progetti e create le condizioni per il rilascio dei permessi a costruire, lasciando così sulle spalle dei futuri amministratori una eredità pesantissima. Potranno così - i nostri attuali amministratori - continuare a vantarsi di essere coloro che hanno cementificato meno di tutti.

L’unica speranza è che il vento di novità e cambiamento che ha portato all’elezione di Elly Schlein a Segretaria del PD - che sul punto del consumo di suolo zero è stata abbastanza chiara - contagi anche le scelte politico-amministrative in una realtà come la nostra che su questo punto non ci sente proprio.

- Giuseppe Carovani

Articolo tratto dal nono numero di Casa per Casa, dedicato ad ambiente, urbanistica e mobilità, disponibile qui