Con ordinanza del Sindaco n. 104 del 13/03/2023 è stata disposta la chiusura del circolo ARCI del Molino dopo le ore 21 per motivi legati al disturbo della quiete pubblica.

Il circolo del Molino è lì da oltre settanta anni. Da oltre settanta anni è un punto di aggregazione e di socialità per giovani e anziani.

Come tutti i circoli ha sofferto negli ultimi tre anni le pesanti conseguenze della chiusura imposta per la pandemia.  A ciò si è aggiunto l’oggettivo danno subito per la chiusura del ponte sulla Marina.

Adesso con l’ordinanza il colpo finale: la chiusura negli orari dove è più alta l’affluenza.

I circoli e le case del popolo sono un inestimabile patrimonio sociale che arricchisce la nostra comunità: sono punto di incontro e di socialità che rendono il nostro territorio un luogo vivo, partecipato. Spesso questi luoghi tengono aperto grazie al lavoro e al sacrificio di decine e decine di volontari che vi dedicano il loro tempo ed il loro lavoro.

È normale che ovunque vi siano attività di aggregazione, di socialità, di intrattenimento e di somministrazione di alimenti e bevande possano crearsi problemi di convivenza con i cittadini residenti e con il sacrosanto diritto al riposo. Non è la prima volta che succede e non sarà l’ultima. L’Amministrazione pubblica deve fare di tutto per aiutare i soggetti coinvolti a trovare soluzioni che consentano una riduzione del disagio, dei fattori di disturbo, e che favoriscano una civile convivenza fra esigenze diverse tutte legittime.

Ma è la prima volta che viene assunto dal Sindaco un provvedimento così pesante e punitivo, tale da impedire al circolo di svolgere non solo l’attività di somministrazione verso i propri soci, ma addirittura di inibire al Consiglio del circolo di accedere ai locali per svolgere la propria normale attività istituzionale.

L’ordinanza in questione è un atto discrezionale, una facoltà del Sindaco che esercita i suoi poteri quale ufficiale di governo: un potere molto “forte” che può fare molto male a chi lo subisce e che, per tale ragione, andrebbe esercitato con responsabilità e senso della misura. Ingredienti che, a nostro giudizio, sono mancati in questa occasione.

C’è solo da auspicare che questa vicenda possa risolversi al più presto con la revoca dell’ordinanza e con l’individuazione di soluzioni che portino ad una attenuazione delle situazioni di disturbo alla quiete pubblica.