Da ottobre scorso il Bonus sport è oggetto di discussione in Consiglio Comunale ed ancora oggi l’Amministrazione è convinta di aver dato risposte esaurienti ai cittadini, senza rendersi conto che in realtà ha generato un aumento delle tariffe delle attività sportive destinate a minori e anziani.

Ricapitoliamo. Ad ottobre 2022 il Comune di Calenzano ha aumentato le tariffe degli impianti sportivi: automaticamente le associazioni sportive - già in difficoltà economiche per la ridotta attività degli anni 2020 e 2021 per le restrizioni COVID, e avendo già programmato la stagione sportiva 2023 senza poter prevedere questi aumenti - hanno dovuto rivedere le tariffe a carico degli utenti, provocando malumori da entrambe le parti.

Il Comune, sollecitato a rivedere le proprie decisioni sia dalle associazioni che dal Gruppo “Sinistra per Calenzano - Per la Mia Città” in Consiglio comunale, invece di rinviare il provvedimento ha pensato bene di proporre un Bonus Sport dell’importo massimo di 150€, riservato agli utenti minorenni e agli over 65 con un’ISEE fino a 25’000 euro e fino ad esaurimento fondi, abbandonando le associazioni sportive alle legittime proteste degli altri utenti.

In questa operazione, il Comune, che da tempo è oggetto di forti tagli dei contributi provenienti da Stato e Regione, non ha tenuto conto del numero di domande che sarebbero potute arrivare, ed ha stanziato fondi limitati.

Le domande presentate sono state quasi 400; quelle ammesse al contributo ben 361, ma arrivati a questo punto i 40’000 euro destinati al Bonus Sportivo sono stati sufficienti a soddisfare solo 304 richieste, assegnando mediamente un contributo di 131€ ad utente.

E qui arriva il bello: i 40'000 euro non sono stati tutti usati per il Bonus, l’Amministrazione ha infatti poi escluso dall’assegnazione le famiglie che, da verifiche effettuate durante la procedura, risultavano indebitate nei confronti del Comune per servizi scolastici o per il servizio TARI, quindi di fatto proprio quelle con ISEE più bassa e quindi in maggiore difficoltà, soprattutto considerando l’attuale periodo economico che vede le famiglie gradualmente impoverirsi.

L’Amministrazione parla spesso di morosità incolpevole e di impoverimento delle famiglie, specie quando affronta il problema del taglio dei contributi che riceve dallo Stato Centrale da destinare ai cittadini - per esempio nel caso del Contributo affitti - ma quando si trova a dover procedere utilizzando fondi propri da erogare quali contributi ai cittadini si comporta esattamente nella stessa maniera: acriticamente, e cercando di risparmiare su servizi che servono a migliorare la vita di giovani ed anziani.

Visto il periodo riteniamo che l’Amministrazione debba ripensare al proprio comportamento, individuando le risorse per erogare, a tutti quei cittadini che ne avevano diritto e che sono rimasti esclusi per mancanza di fondi, il contributo spettante: alla fine mancherebbero non più di 7’000 euro, la metà dei quali già nelle casse del Comune poichè non assegnati.