Il circolo del Molino ha finalmente riaperto anche la sera dopocena. È stata emanata dal Sindaco di Calenzano la nuova ordinanza che revoca quella precedente con cui aveva imposto la chiusura alle 21. La ripresa della normale attività è stata resa possibile previa sottoscrizione di un protocollo tecnico, su indicazione di ARPAT, che consentirà di verificare il rispetto dei limiti di inquinamento acustico.

Quindi tutto è bene quel che finisce bene.

La domanda però è: non poteva il Comune fare fin da subito quello che ha fatto adesso? Cosa esattamente lo ha impedito?

Rimane il rammarico per una misura fortemente punitiva quale l’ordinanza subita ingiustamente dal Circolo del Molino durante uno procedimento attivato per reclami da schiamazzi, senza che vi fossero prove fonometriche del superamento dei limiti di emissioni sonore e nemmeno che i rumori fossero riconducibili a responsabilità del Circolo.

Un procedimento in cui si chiedeva al circolo di fornire l’attestazione del rispetto delle norme del clima acustico in relazione a presunti sforamenti dei limiti di legge, non poteva ragionevolmente generare, per un ritardo nella consegna della documentazione, una sanzione così abnorme come la chiusura dell’attività in orario serale, che ha recato al circolo notevoli danni.

Fa quindi piacere che si sia ristabilito un clima di dialogo e collaborazione finalizzata a superare le eventuali problematiche di disturbo alla quiete pubblica, preservando la possibilità per i cittadini del Molino di poter frequentare il loro luogo di ritrovo.

Dispiace solo che la nuova ordinanza abbia raffreddato l’entusiasmo di qualche esponente della destra locale, che uscito dal letargo aveva applaudito con eccitazione all’ordinanza di chiusura: vorrà dire che se ne farà una ragione.