Fa scalpore in questi giorni la protesta di tanti studenti universitari che per contestare il livello insostenibile degli affitti che sono costretti a pagare nelle maggiori città italiane, hanno cominciato a pernottare in tende montate nei pressi delle sedi universitarie in cui studiano.

Affitti per una stanza che vanno da 600 ai 1000 euro sono insostenibili per la stragrande maggioranza delle famiglie italiane. Ma le scelte politiche fatte fino ad oggi si sono ben guardate da affrontare il problema della drammatica carenza di dotazione di alloggi pubblici per gli studenti universitari, negando così di fatto il diritto allo studio come diritto universale.

Anche le città non hanno fatto abbastanza per rispondere al problema, anzi in alcuni casi, come quello di Firenze, si sono orientate ad offrire residenze di lusso per studenti danarosi.

Più in generale è il mercato degli alloggi a risentire della cronica carenza di alloggi in affitto per tutti, e dell’insufficiente dotazione della edilizia residenziale pubblica, su cui ormai da decenni non si fanno più investimenti significativi.

E così si crea una competizione fra famiglie, studenti e migranti per l’accesso al bene casa che fa lievitare in modo abnorme i prezzi di affitto soprattutto nelle aree metropolitane. In più nell’ultima legge finanziari sono stati azzerati i contributi affitto per le famiglie più in difficoltà.

Anche Calenzano non fa eccezione rispetto a queste tendenze. La presenza del Design Campus di molti studenti fuori sede ha determinato una saturazione delle poche opportunità offerte dal mercato degli affitti. E anche l’Amministrazione Comunale negli ultimi anni non ha fatto niente per rispondere a queste crescenti necessità.

Si è puntato a vendere il patrimonio pubblico dismesso, in cambio di qualche centinaio di migliaia di euro, invece di pensare ad utilizzarlo per rispondere a queste pressanti esigenze sociali. La scuola materna di Settimello e la sede della Biblioteca di Via Giotto ne sono la testimonianza diretta: immobili dismessi che potevano benissimo essere utilizzati per incrementare l’edilizia residenziale pubblica, drammaticamente insufficiente a Calenzano, oppure per realizzare alloggi ad affitto agevolato oppure come nuovi alloggi per studenti gestiti dall’Azienda Regionale per il diritto allo studio, che sono stati semplicemente ceduti al privato.

E ancora si insiste su questa linea: la decisione assunta dalla attuale Amministrazione, con l’approvazione del bilancio di previsione 2023, di procedere all’alienazione dell’immobile storico della ex scuola Mascagni scale e dei locali dell’ex ambulatorio di Settimello vanno sempre in questa direzione, vendere il patrimonio per fare cassa invece di utilizzarlo per dare una risposta ai problemi sociali nel nostro territorio.

Noi siamo fermamente contrari a tali scelte e chiediamo a gran voce che tali immobili rimangano di proprietà pubblica, per usi civici e sociali, e non dati in pasto per banali operazioni di speculazione immobiliare.

Lo abbiamo proposto in all’ultima seduta in Consiglio Comunale, ma come al solito sono state raccomandazioni cadute nel vuoto.