Quando ho la fortuna di potermi recare all'estero e visitare una bella città Europea, amo spostarmi con i mezzi pubblici: metropolitana, treno, autobus ed anche la tramvia, che in certi paesi somiglia più al vecchio “Tramvai” della Firenze che fu, tranquilla, dolce ma ideale per godere del panorama.

Apprezzo la frequenza, la rapidità ed anche le convenienti tariffe di tali mezzi, il loro portarti ovunque ti serva: stazione, centro cittadino, punti strategici della città ma anche aeroporto e stadio.

E penso con tristezza, una volta tornata in patria, a quanto poco efficienti siano i nostri, con qualche rara eccezione. La fatica che si fa a raggiungere certe zone, le macchinate per andare alla partita e la fantasia che ci occorre per parcheggiare, la combinazione strategica di mezzo-proprio-fino-ad-un-certo-punto-dove-non-si-paga-la-sosta-più-mezzo-pubblico.

Eppure abito davanti alla stazione di Calenzano, ed a 5 minuti da casa avrei la fermata del 2. Ma sono i cosiddetti “Viaggi della speranza”, dei quali non sai né orario di partenza né orario d'arrivo, e neppure l'utilità, ammesso che riescano a portarti in orario dove richiesto senza salirvi sopra 3 ore prima.

Non sono una che prende l'automobile a tutti i costi, chi mi conosce lo sa. Vorrei davvero usufruire con piacere e serenità dei mezzi pubblici, senza lamentele, senza arrabbiature per il traffico, senza un rene da pagare per un abbonamento “extra urbano”. Non ho più voglia di sentirmi straniera a casa mia, dove non esiste un'indicazione stradale efficace né una mappa degli orari/servizi agevole. Dove anche attraversare la strada è diventato un problema, ed è un miraggio trovare una rivendita aperta o una macchina self-service funzionante che prenda i soldi Ed il bancomat.

Mi piacerebbe gioire della rete dei servizi e lasciarmi trasportare senza pensieri, perdendomi nella bellezza del nostro panorama, che non ha niente da invidiare a nessuno.

Un sogno? Non credo, noi un bel po' di idee in merito le abbiamo. Leggetele.

Simona Pieri