Avendo studiato al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, non posso restare in silenzio di fronte al consenso all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola: già quando l'ho frequentato, dal 2011 al 2014, durante le lezioni i professori erano costretti a fermarsi al passaggio di ogni aereo.

La nuova pista passerà a poco più di 200 metri dal plesso della biblioteca e delle aule del Polo, rendendo praticamente impossibile seguire le lezioni o concentrarsi; sarà inoltre poco più distante dagli edifici che ospitano, fra l’altro, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, del Laboratorio Europeo di Spettroscopia Nonlineare, del Centro di Risonanze Magnetiche e del CNR – tutte istituzioni che svolgono esperimenti particolarmente sensibili a vibrazioni e interferenze elettromagnetiche (approfondisci qui).

Alcune forze politiche, seppur complici di questo scempio proclamato come un investimento in favore del progresso e del lavoro, ritengono paradossalmente opportuno di esprimersi sulla necessità di un ulteriore sviluppo del Polo, non rendendosi conto che la nuova pista è una spada di Damocle sul futuro di migliaia di studenti e ricercatori, e dunque sul futuro della nostra stessa comunità.

Mi chiedo se gli aironi, i cavalieri d’Italia e le garzette continueranno a posarsi lungo la nostra Marina, quando troveranno le loro rotte migratorie improvvisamente sbarrate da giganteschi e inesorabili avvoltoi d’acciaio pronti ad atterrare sul cadavere del Parco della Piana.

Simone Giuntini