La recente posizione contraria alla realizzazione dell’area industriale di Fibbiana (davanti al Rosi) pone un tema di non poco conto: la valenza e la tutela paesaggistica della strada provinciale per Barberino e del suo contesto.

La strada, in virtù della sua classificazione, gode di una fascia di rispetto di 30 metri (peraltro nel caso della variante ipotizzata sarebbe un ostacolo da superare, probabilmente declassando quel tratto a strada comunale) ma questo è sicuramente insufficiente.

Il percorso della storica strada apre scenari e viste di sicuro valore paesaggistico. La Calvana, Travalle, Monte Morello, l’Appennino, il Castello, il paesaggio rurale con le sue fattorie, le locande storiche, la chiusa col suo acquedotto romano.

Scenari purtroppo disturbati da interventi che nel tempo ne hanno pregiudicato in parte la valenza (Valigari, il condominio di S. Angelo, interventi alla Chiusa, l’edificio commerciale Tazzi e Biancalani).

Non è sufficiente preservare il valore rimasto sul percorso di questa strada, sarebbe auspicabile metter mano, in qualche modo, agli errori del passato anche recente, alle numerose cave che hanno esaurito l’attività estrattiva, alla valorizzazione dei luoghi simbolo, quali possono essere la Chiusa e il parco fluviale della Marina, per riqualificare quello che è il tappeto di accoglienza dell’ingresso buono di Calenzano.

Se diamo un’occhiata dall'alto possiamo capire che non tutto è compromesso, anzi, siamo in tempo per pensare con lungimiranza, come in passato è stato fatto con Travalle, che oggi godiamo nella sua integra bellezza.

Sandro Useli