Riflessioni e considerazioni a margine dell'approvazione delle controdeduzioni al Piano Strutturale da parte del Consiglio Comunale di Calenzano e sulla destinazione dell'area di Fibbiana, 3a puntata: ANCORA ESPANSIONE DELLE AREE INDUSTRIALI A CALENZANO?

In interventi ed interviste alla stampa esponenti dell'attuale amministrazione e del candidato sindaco sostenuto dal PD, a giustificazione della scelta di consentire una possibilità di espansione industriale sull'area di Fibbiana, viene insistentemente rilanciata l'idea che sviluppo e lavoro siano priorità a cui le scelte di pianificazione territoriale debbono necessariamente piegarsi.

È un argomento che ci ha un po' sorpreso in quanto è lo stesso che contestano ad altri quando si parla di aeroporto. Ora è evidente la diversa rilevanza degli impatti, ovviamente incomparabili fra le due vicende. Tuttavia stupisce che si usi disinvoltamente l'esercizio retorico senza farsi venire qualche dubbio. Eppure la dice lunga sulla diversa pesatura dei valori in campo.

Noi siamo del parere esattamente opposto: le politiche di sviluppo sono subordinate alla pianificazione ordinata del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente. A maggior ragione in un'area urbanisticamente satura qual è la nostra piana.

Sia chiaro che non siamo insensibili alle esigenze di adattamento dello strumento urbanistico alle necessità delle imprese presenti sul nostro territorio, quando queste rimangono all’interno delle maglie del tessuto produttivo: lo dimostra il voto favorevole del nostro candidato sindaco Marco Venturini sulla cosiddetta “variante sviluppo" portata in approvazione nello stesso consiglio comunale.

Il punto è un altro: si ritiene che sia necessario, auspicabile una seppur residua espansione delle aree produttive nel nostro territorio?

Noi crediamo di no. Calenzano è ancora oggi il comune con la più alta concentrazione di imprese e di attività in rapporto agli abitanti di tutta la provincia di Firenze.

Dopo lo sviluppo incontrollato delle fabbriche negli anni '60, l'asse fondamentale delle politiche urbanistiche dal '65 in poi è stato quello di dare a Calenzano una propria identità di centro urbano sull'asse Donnini Fogliaia, puntando ad un riequilibrio fra residenza e aree industriali, contenendo lo sviluppo di quest'ultime. Con il Piano Strutturale del 2004 ci siamo prefissi l’obiettivo di recuperare alla residenza e ai servizi aree di pregio come quella di Dietro Poggio.

E se oggi Calenzano non è più percepita come la periferia industriale fra Prato e Firenze, ma una cittadina con una propria autonoma e riconoscibile fisionomia, lo dobbiamo proprio ad aver mantenuto la barra dritta sulle politiche urbanistiche, basate sul binomio del riequilibrio funzionale e della contestuale salvaguardia di parti rilevanti e pregiate del nostro territorio agricolo pianeggiante (Travalle, San’Angelo, Pagnelle, Sommaia e Carpugnane).

Questo non vuol dire consegnarsi all'immobilismo nella gestione del territorio.

Oggi dobbiamo puntare tutto su riuso, riconversione e riqualificazione delle aree produttive esistenti. Ci sono decine e decine di capannoni vuoti e abbandonati da reimpiegare: non ha alcun senso continuare a cementificare suolo vergine quando ne rimane così poco. Ci sono interi pezzi di territorio a destinazione produttiva sottoutilizzati o non più usati per gli scopi originari (cementificio Unicem, Depositi AGIP) che possono essere oggetto di riqualificazione e/o riconversione.

La rigenerazione urbana che è giustamente evocata come prioritaria nel nuovo piano Strutturale non deve rimanere solo uno slogan, ma deve sostanziarsi di strumenti.

Su questa sfida della riqualificazione e del riuso delle aree ed immobili industriali esistenti, sarebbe utile che si aprisse un confronto più ampio sia a livello istituzionale, con città metropolitana e Regione, sia con le organizzazioni sindacali e datoriali per verificare quali possibili misure o leve sia possibile attivare per favorire il riuso e riqualificazione dell'edificato esistente. Un processo di trasformazione sotto il profilo estetico, energetico, strutturale, funzionale, da attivarsi anche in assenza dei meccanismi di valorizzazione immobiliare che si generano con i cambi di destinazione d'uso.

Forse a questo però arriveremo solo quando tutti si prenderà definitivamente atto che in aree come la Piana non ci sono più le condizioni per continuare ad espandere il territorio urbanizzato senza intaccare irreversibilmente risorse preziose da tramandare alle generazioni future.

Giuseppe Carovani

 

A proposito dell'area di Fibbiana - Indice

  1. Non chiudete quella porta
  2. Della presunta coerenza col Piano Strutturale del 2004
  3. Ancora espansione delle aree industriali a Calenzano?
  4. Quale idea di sviluppo per Calenzano? Rapporto fra pianificazione strategia e pianificazione urbanistica
  5. Ancora espansione delle aree industriali a Calenzano?