Sono nato 72 anni fa a Scarperia, da una famiglia di mezzadri che poi si trasferì a Le Croci negli anni '50. Da lì, negli anni '60 ho iniziato a lavorare a Prato nel settore tessile, dove sono rimasto per oltre 40 anni fino alla pensione. Più o meno nello stesso periodo, quando i contadini lasciavano le campagne, mi sono trasferito al Ponte alla Marina. 

Appartengo quindi a quella generazione che, lasciando la campagna per la città e la vita di fabbrica, ha visto considerevolmente e velocemente accrescere il proprio benessere ed ha potuto realizzare il sogno di far studiare i propri figli, cosa che noi non avevamo potuto fare.

Ecco perché oggi collaboro ad un progetto politico di sinistra con Marco Venturini sindaco: ho visto Calenzano crescere e svilupparsi, certo a volte non in maniera armonica, ma comunque sotto la spinta di conquiste sociali e civili positive, spinte che oggi vedo affievolirsi quando ci sono partiti e persone che hanno cercato di dividere la mia generazione dai giovani.

Voglio una Calenzano coesa anche in questo senso, voglio che i giovani possano ritornare ad avere un lavoro dignitoso con stipendi che non possono equipararsi al reddito di cittadinanza.

Credo che in questo senso tutte le amministrazioni locali dovrebbero muoversi, non ritengo che questi siano temi da trattare solo a livello nazionale ma da sostenere dal basso, perchè le amministrazioni locali si trovano per prime a gestire una situazione sociale esplosiva in cui chi ha di più avrà sempre di più, mentre chi arranca continua a veder diminuire giorno dopo giorno il potere di acquisto degli stipendi.

E allora poi i negozi chiudono e i centri come quello di Calenzano si impoveriscono e si spogliano di attività che rendono viva la nostra comunità.

Ecco questo è il mio impegno: lo devo ai giovani, e soprattutto alla mia splendida nipotina Agnese.

Leonardo Burberi