Durante il Consiglio comunale di oggi, 29 dicembre, il Gruppo consiliare “Sinistra per Calenzano – Per la mia Città” presenta un’interpellanza per aprire una discussione più larga sul progetto di costituzione in Toscana di una società multiservizi, o multiutility, per accorpare i gestori del servizio idrico integrato, della distribuzione e vendita dell’energia e della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Infatti nei giorni scorsi è comparsa sulla stampa locale la notizia di un incontro fra i Sindaci dei comuni di Firenze, Prato ed Empoli in cui, alla presenza del Presidente della regione Toscana Eugenio Giani, è stato lanciato il progetto della costituzione della suddetta multiutility, per istituire una holding di controllo pubblico ma aperta al mercato che si proponga anche di arrivare alla quotazione in borsa per attirare maggiori investimenti e puntare, a detta dei promotori, ad un modello sostenibile.
Ma la costituzione di una multiutility è una suggestione ricorrente in Toscana, tant’è che nel 2006 si arrivò alla firma di un protocollo di intesa fra tutti i Sindaci dei Capoluoghi di provincia toscani proprio per portare da li a pochi mesi alla nascita di una Holding per la gestione dei servi pubblici locali, risultando in un nulla di fatto; oltretutto, sul territorio, sono andati avanti in questi anni processi di coinvolgimento di partner privati (servizio idrico integrato) e di aggregazione in soggetti con territori serviti sempre più ampi (rifiuti), senza che ciò abbia portato a particolari razionalizzazioni dei servizi, né a vantaggi per gli utenti in termini di riduzione dei costi; anzi le dinamiche tariffarie stanno a dimostrare che i costi per gli utenti sono andati via via crescendo in questi anni.
Ricordiamoci che nel 2011 il referendum sull’acqua aveva sancito il principio che questo bene essenziale ed i servizi ad esso annessi dovevano restare pubblici in quanto bene comune, ma da allora ad oggi, a quasi dieci anni di distanza, non sono stati ancora messi in atto i dettami scaturiti dal voto popolare che a grande maggioranza votò per l’acqua pubblica; oltretutto le recenti vicende delle concessioni autostradali e delle fortissime lacune dimostrate nelle manutenzioni culminate con la tragedia del Ponte Morandi, nonché il lassismo nella attuazione degli investimenti programmati, hanno dimostrato che un certo modello di privatizzazione nei servizi strategici si è dimostrato del tutto fallimentare, tanto da indurre il governo a recuperare il controllo pubblico delle concessioni autostradali. Le stesse problematiche connesse alla tutela della salute in una situazione di pandemia hanno evidenziato l’importanza, la centralità di un servizio sanitario nazionale pubblico, che ha funzionato meglio laddove si presentava ben presente e articolato sul territorio, lontano dalle pratiche spinte di privatizzazione, aziendalizzazione e centralizzazione, molto in voga negli ultimi anni anche in Toscana.
La questione è di fondamentale importanza, tenendo conto della strategicità, non solo in termini economicistici ma anche ambientali e di partecipazione dei cittadini, dei servizi pubblici coinvolti in questo progetto: e con la previsione di una struttura gestionale con una forte apertura all’ingresso di soggetti privati (seppure attraverso la quotazione in borsa), si snatura il concetto stesso di servizio pubblico come bene comune, subordinando tutto al profitto e alla remunerazione del capitale investito, assecondando una mercificazione sostanziale di beni e servizi essenziali, che per la loro stessa natura non possono e non devono prestarsi alle dinamiche tipiche di mercato, incompatibile con i diritti alla partecipazione di comunità, cittadini ed utenti, ridimensionando notevolmente la presenza politica e l’impronta di programmazione ed indirizzo che necessariamente devono dare le istituzioni nell’interesse della cittadinanza, e soprattutto rischia di annullare completamente la voce ed il peso delle realtà locali più piccole come la nostra.
Il progetto presentato è in definitiva l’approdo fuori tempo massimo della Toscana ad un modello aziendalistico e privatistico, frutto di una stagione di ubriacatura ideologica neoliberista che oggi mostra, in Italia e nel mondo, tutti i suoi limiti ed il suo fallimento.
Tenendo conto delle recenti dichiarazioni rilasciate dal nostro Sindaco, da un lato di condivisione del progetto di creazione della multiutility e, dall’altra, di preoccupazione per le possibili conseguenze e ricadute non positive che lo stesso potrebbe avere, riteniamo opportuno, attraverso l’interpellanza in Consiglio comunale, che il Sindaco chiarisca la posizione dell’Amministrazione comunale di Calenzano, per poter così aprire una discussione più larga che investa, su un tema così cruciale per il futuro dei nostri territori, le assemblee elettive, le realtà associative e sindacali, le comunità locali nel loro complesso.