Sinistra per Calenzano, attraverso una lettera inviata giovedì 8 luglio, ha chiesto all’Amministrazione di chiarire i dubbi sorti in merito all’assegnazione dell’area comunale per realizzare la cosiddetta “spiaggia fluviale” a La Chiusa.
L’area in questione, che ricordiamo non essere ancora destinata a “spiaggia urbana” in quanto il nuovo Piano Operativo Comunale non è ancora in vigore e le relative osservazioni non sono state ancora discusse, era stata riassegnata a giugno a seguito di un’irregolarità riscontrata nella proposta inizialmente vincitrice del bando.
Dal comunicato stampa del Comune pubblicato la scorsa settimana, in cui è stata presentata la società aggiudicataria del bando, è stato uno specifico particolare ad attirare la nostra attenzione e quella di diversi altri cittadini: non potendo per ora escludere un caso di omonimia, ci limiteremo a dire che il nome dell’amministratore delegato della società assegnataria è identico a quello associato ad alcuni gravi avvenimenti avvenuti a Firenze e a Fiesole nello scorso decennio.
Più in particolare, facciamo riferimento alla chiusura definitiva nel marzo 2018 del locale Dolce Zucchero a Firenze, dove una ragazzina di 17 anni, a cui il locale avrebbe somministrato bevande alcoliche, ha denunciato di essere stata stuprata, e dove secondo la Questura «sono avvenuti numerosi episodi di violenza di gravità tale da creare nocumento per l'ordine e la sicurezza pubblica»; lo stesso nome è tuttavia legato anche all’incidente avvenuto al Castel di Poggio a Fiesole, dove la notte di Halloween del 2012 si verificò il crollo di una balaustra con l’ingresso nel castello di 2mila persone nonostante la capienza massima certificata dalla polizia municipale di Fiesole fosse di 600, col ferimento di 13 giovani fra i quali il più grave riportò 242 giorni di prognosi per gravi traumi alla testa e al volto con lesioni permanenti, vicenda che nel 2018 vide condannare il soggetto in questione dal tribunale di Firenze ad una pena di 3 anni e 3 mesi di reclusione per crollo colposo e lesioni personali colpose, e soprattutto ad un’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
Chiediamo dunque all’Amministrazione di fare chiarezza il prima possibile su questa vicenda; nel caso in cui non fossimo davanti ad uno spiacevole caso di omonimia ed i sospetti fossero davvero confermati, auspichiamo che si proceda ad un rapido annullamento dell’assegnazione.
Consideriamo per un momento anche la rinuncia dei due assegnatari a prendere in gestione - e quindi a sorvegliare e pulire - l’area demaniale in riva al fiume, la più frequentata, limitandosi ad occupare lo spazio di proprietà comunale a lato della rotonda fra la Barberinese e via di Legri che pochi mesi prima era stato piantumato e destinato a diventare bosco urbano: il progetto per la realizzazione della spiaggia fluviale aveva secondo l’Amministrazione lo scopo di garantire sicurezza e decoro delle sponde della Marina, ma ci pare che a questo punto, fra forzature urbanistiche e controlli preliminari delle assegnazioni che lasciano a desiderare, si vada proprio nella direzione opposta.