Con la presentazione avvenuta venerdì scorso, 11 aprile, di una possibile proposta progettuale per l’area dell’ex Polveriera di Carraia, si è acceso il dibattito pubblico sul futuro di questa zona degradata e ormai abbandonata da tempo del nostro Comune.
In verità, per essere precisi, il termine "abbandonata" non sarebbe esatto, poiché nel tempo questa area è divenuta oggetto di occupazioni non autorizzate e utilizzi impropri, rendendone sempre più urgente il recupero.
Sulla superficie di quest’area di oltre 15 ettari sono presenti un edificio residenziale e circa 36 fabbricati militari che la natura, nel tempo, ha provato a reclamare, oltre a diversi depositi di materiale di varia entità che dovranno essere verificati e bonificati, per rimuovere ogni potenziale rischio per la salute umana e ambientale derivante ad esempio da eternit, metalli pesanti, idrocarburi o contaminanti di altro tipo.
Dopo circa venti anni di inutilizzo, questa area è stata ceduta dallo Stato al Comune di Calenzano a marzo 2015; nel 2019, nel Piano Strutturale Intercomunale, ne è stato previsto un possibile sviluppo edilizio fino a 15'000mq, confermato poi per intero nel Piano Operativo Comunale approvato nel 2023, solo due anni fa, a fini turistico-ricettivi e/o socio-sanitari.
Sia nel secondo mandato dell’amministrazione Biagioli (2014-2019) che in quella di Prestini (2019-2024) si prevedeva per l’area la vendita al privato, o comunque altre forme concessorie o di cofinanziamento che rendessero l’operazione di recupero a costo zero per il Comune, e fu di conseguenza inserita nel Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale. A questo fine, nel 2023 il Comune promosse un avviso pubblico: l’unica proposta ricevuta entro i termini stabiliti non risultò accettabile, in quanto non corredata da un adeguato piano di fattibilità economica.
Fatte queste doverose premesse, arriviamo ad oggi. L’opportunità di partecipare al “Bando pubblico per la selezione di piani di sviluppo in aree dismesse o in disuso” della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha costituito per l’amministrazione Carovani l’occasione per avanzare una possibile proposta progettuale di massima per l’area, consentendo in caso di finanziamento di avviare una discussione pubblica ed un percorso partecipativo partendo da una base assai migliorativa, a nostro avviso, rispetto a quanto finora previsto.
Con il masterplan presentato, che anche in caso di approvazione sarà comunque rivisto insieme alla cittadinanza, si punta ad ottenere un finanziamento massimo di circa 10 milioni di euro, da investire in particolare nella realizzazione della parte pubblica del progetto e nelle infrastrutture a servizio della stessa.
In accordo alle nostre linee programmatiche sul consumo di nuovo suolo, il limite massimo di 15'000 mq di edificato previsto in precedenza viene fortemente ridimensionato, passando ad un massimo di 10'000 mq e prevedendo il riutilizzo della maggior parte dei basamenti in cemento già esistenti.
L’80% della superficie resterebbe di proprietà pubblica: se ne propone la suddivisione in due settori. Una buona parte resterebbe a disposizione della cittadinanza, e potrebbe prevedere varie funzioni come ad esempio aule didattiche, un’area picnic, un teatro all’aperto, un ecomuseo, un info point turistico, oltre ad un’adeguata sentieristica di collegamento a Poggio Farneto; la parte rimanente potrebbe essere destinata a funzioni turistico-ricettive, come un campeggio integrato nel bosco esistente, che potrebbe essere assegnato in concessione pluriennale ad un operatore.
Inoltre, non si sarebbe più vincolati alla cessione per intero dell’area per rendere sostenibile la progettualità, ma solo di un suo 20% circa, con la proposta di destinarlo a funzioni socio-sanitarie.
Le funzioni elencate in precedenza, così come la parte di infrastrutturazione pubblica, andranno stabilite e progettate insieme alla cittadinanza, in un adeguato percorso di partecipazione e confronto, mentre gli operatori privati saranno individuati successivamente attraverso specifici bandi. La posizione e la configurazione degli edifici e delle infrastrutture, anche quelli più ingombranti, potrà e dovrà essere rivista secondo le norme vigenti, oltre che per minimizzare l’impatto sia ambientale che visivo. Il masterplan presentato in questa fase, infatti, è solo un progetto di massima, che delinea una prima proposta intorno cui intavolare il confronto con la cittadinanza.
Come forza di maggioranza, sosterremo l’Amministrazione in questo percorso di condivisione; ci auguriamo che il bando abbia esito positivo, in modo da poter bonificare e restituire alla comunità quanto prima, nel miglior modo possibile, un bene per troppo tempo rimasto insicuro, inaccessibile e abbandonato all’incuria, con ricadute positive sia per Carraia che per tutta la comunità di Calenzano.