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Il tuo rapporto con Calenzano?
"Beh, a Calenzano ci sono nato (nel 1976) e vissuto. Prima al Ponte alla Marina, poi alla Fogliaia. Qui ho fatto tutte le scuole, son cresciuto insieme ai miei amici ed ho visto invecchiar gli anziani. Qui ho gioito delle scorribande in bici in centro, delle partite di pallone nei campetti al Nome di Gesù.
Qui ho frequentato la scuola calcio dell’ A.C. Calenzano, vestendone la maglia. Qui ho iniziato e proseguito la mia storia di volontariato. Calenzano ce l’ho nel sangue, è la mia famiglia, la mia casa"
Quando hai cominciato col volontariato?
“Verso i tredici, quattordici anni, alla Fogliaia. Davo una mano. Pensa che poco più che adolescente mi hanno eletto consigliere”
Come mai così presto, ti ha spinto qualcuno?
“No, mia madre dice che mio padre era comunque una persona attenta alla vita sociale, politica e sindacale, ma non ha mai condizionato le mie scelte. Ho sempre sentito questa spinta innata dentro di me, è nel mio registro, nel mio DNA. Ho sempre amato le cose fatte in ambito collegiale. Mi appaga operare in gruppo. Conto molto sulla socialità, sulla condivisione, sui rapporti umani. Mi tranquillizza e mi arricchisce.”
Da allora hai continuato col volontariato?
“Certo, da che ero adolescente son cresciuto col volontariato. Festa dell’Unità di Legri e pizzeria della CDP di Settimello, dove sono stato consigliere. Era anche un modo per mantenere saldo il senso di appartenenza alla nostra comunità."
Studi, lavoro?
“Ho frequentato l’ITI fino al terzo anno, poi ho smesso. Non so,mi piaceva la materia ma la voglia di buttarmi nel mondo del lavoro era incombente. Entrai a 19 anni in una officina meccanica, che poi fu assorbita da una azienda più grossa. Divenni un buon tornitore, ed in seguito anche un sindacalista della Fiom per 10 anni. Fino ad arrivare a svolgere funzioni apicali sul territorio. Arrivarono i tempi della crisi e la cassa integrazione, ma dopo sette mesi non resistetti in quella condizione di assistenzialismo e mi licenziai per cercare altro lavoro. Dopo una piccola parentesi come magazziniere, grazie alla mia professionalità entrai alla Nuova Pignone dove ancora lavoro. Sono anche consigliere comunale nell’attuale Amministrazione di Calenzano.”
Hai quindi una esperienza di fabbrica tradizionale. Cosa ne pensi delle nuove forme di lavoro “liquido”, dell'E-commerce, del lavoro in affitto e della sua precarietà e della scarsa sindacalizzazione?
"Beh, certo ci siamo fatti sorprendere dalla velocità del cambiamento. Anche nella fabbrica tradizionale la tecnologia ha spersonalizzato il lavoro. Ora si pigiano i tasti e si programmano i computer, a scapito della manualità. Ci aspetta un gran lavoro di recupero della conoscenza, ed un progetto per le garanzie sindacali dei nuovi lavoratori. La cosa si ripercuote anche sui lavoratori esterni e con loro sulla comunità. Faccio l’esempio che riguarda anche la nostra realtà calenzanese. I piccoli negozianti e artigiani che vengono schiacciati da questo sistema, e con loro muore anche la vita reale della città, fatta di rapporti e relazioni. Ma ho una convinzione, sono certo che questo sia un momento, che cambierà per tornare ad un nuovo umanesimo nei sistemi di produzione e commerciali. Certo è comodo accendere il pc pigiare un tasto ed il giorno dopo avere l’oggetto desiderato a casa. Ci sembrerà anche di spendere meno, ma di fatto così non è, perché è un sistema che uccide il lavoro rendendoci più poveri. Ci accorgeremo che è altrettanto importante che se siamo dal salumiere o dal panettiere ci piace, prima di orientarne la preferenza, sentirne la fragranza di quel cibo, che evoca nel nostro immaginario i sensi ed i ricordi più disparati ed intimi (cosa che il pc ci nega), discorrere col commerciante od il produttore su come è stato prodotto, conoscerne la filiera. Torniamo li, le relazioni umane, il senso di vicinato, ricercare lo spirito di comunità”
Quale è la tua idea di ruolo del Sindaco?
"A parte la dotazione di “ordinanza” necessaria (onestà, competenza, indipendenza, lungimiranza e quant’altro) penso che un sindaco non debba chiudersi nel proprio palazzo per operare, ma oltre ad aprirlo alla cittadinanza un sindaco, come lo intendo, debba stare il più possibile tra i propri cittadini, dedicare a tempo pieno l’ascolto e la presenza per le strade e per le case della sua città. Anche quando una istanza, una richiesta possa apparire superflua o irrealizzabile. Nel momento che si accetta di rappresentare i cittadini bisogna esserne il portavoce a tutto tondo. Bene le mail, ma meglio guardarsi negli occhi, conoscersi e confrontarsi.”
Come vedi la Calenzano del futuro?
“Ovviamente ho una mia visione, ma prima di strutturare un programma voglio confrontarmi con i calenzanesi, insieme potremmo disegnare quel che vorremmo per la nostra città. Sicuramente alcuni punti fermi, che penso condivisibili dai più, ci sono. Un tema è l’espansione urbanistica, penso che siamo arrivati a regime. Penso che realizzare quanto previsto già nel piano sia più che sufficiente. Per il resto un riordino delle strutture dismesse sarà possibile. Il costruito copre circa un 10% di tutto il territorio comunale. Questo mette in evidenza il grande valore ambientale naturalistico. Gli splendidi parchi, l’ambiente rurale, le ville storiche, vanno tutelati e valorizzati. Potrebbero rivelarsi anche un volano economico per Calenzano. Le Carpugnane, 40 ettari di parco cittadino che tutti ci invidieranno. La ex Polveriera di Carraia. Insomma tanta ricchezza a disposizione sulla quale lavorare con criterio. Inutile avere buoni servizi, se poi ho l’aria avvelenata. C’è poi la questione viabilità e comunicazioni che coinvolge tutti i comuni della piana, e che con loro dovremmo concertare. Le piste ciclabili e la messa a regime della strategica stazione di Pratignone. Penso anche alla politica dei rifiuti. Penso ad una decisa opera educativa ed incentivante orientata alla riduzione dei rifiuti alla fonte. Non è concepibile che quando rientri da far la spesa riempi una sacca di plastiche, imballaggi, confezioni. Anche in ambito industriale produttivo bisogna intervenire per ridurre la produzione dei rifiuti. Inoltre una buona differenziata ed un buon riciclo attenuano questo importante problema, e darebbero lavoro. Mi piacerebbe fare di più per i giovani calenzanesi, per le loro prospettive di lavoro. In questo senso immagino un Centro Giovani rivitalizzato e propulsivo nella formazione, nella raccolta dati, nella ricerca di finanziamenti europei, privati e pubblici su progetti che aprano strade occupazionali ai nostri giovani. Vorrei che i nostri cittadini più fragili si sentissero sostenuti, confortati e “coccolati” da chi li amministra. Infine il riconoscimento e la cura della grande cultura dell’associazionismo che caratterizza l’alto valore civico di Calenzano. Insomma i temi sono tantissimi e molto stimolanti che tutti sarebbe lunga da raccontare, che vorrei trattare con i nostri cittadini ed insieme dare una risposta il più possibile condivisa. Comunque sia, nel sentire il peso di un impegno di cui ho accettato di farmi carico ho una confortante certezza: Calenzano ha una macchina amministrativa di eccellenza. Nella mia esperienza di Consigliere comunale ho preso coscienza della grande professionalità e dedizione che caratterizza la parte tecnica e amministrativa del nostro Comune."
Tratto dall'intervista di Sandro Useli a Marco Venturini dell'8 gennaio 2019, pubblicata sul gruppo Facebook Calenzano Crocevia