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Il taglio di 16 miliardi a livello nazionale a progetti finanziati con fondi PNRR ha creato incertezza sul destino di molti interventi portati avanti dai comuni. In Toscana il taglio a quanto si sa dovrebbe aggirarsi sul miliardo. Vi è ancora molta incertezza su quali siano i progetti PNRR messi in discussione.

Il ministro Fitto ha giustificato lo stralcio in quanto si trattava di interventi che in buona parte non avevano la possibilità di essere attuati nei tempi molto stretti previsti per il PNRR.

L’Associazione Nazionale dei Comuni ha lamentato che il taglio ha riguardato anche interventi già in fase avanzata di attuazione, cioè già appaltati e contrattualizzati dalle amministrazioni con le imprese esecutrici.

Il governo ha assicurato che tutti i progetti stralciati dal PNRR troveranno copertura con altre risorse finanziarie.

Il taglio sembra abbia riguardato anche progetti di rigenerazione urbana, ma ad oggi non sappiamo se lo stralcio riguarderà anche la costruzione dei 63 alloggi ERP su Via Pertini e la demolizione del complesso residenziale popolare su Viale del Pino.

Se ci fosse un criterio di ragionevolezza nella definizione delle opere da stralciare, sicuramente dovrebbe essere valutato lo stato di avanzamento in relazione alla complessità del progetto. Nel caso del progetto portato avanti dall’Amministrazione di Calenzano, a settembre 2023 non abbiamo ancora il progetto di fattibilità su cui fare l’appalto integrato. E si tratta di un progetto molto complesso, passato nel frattempo da 10,4 a 17 milioni di euro, che oltre alla costruzione dei nuovi alloggi prevede lo spostamento di 36 famiglie e la demolizione del palazzo dove risiedono entro i primi 3 mesi del 2026.

Un progetto controverso, fortemente inviso, contestato e contrastato da tutte le forze di opposizione e da un gran numero di cittadini.

Come Sinistra per Calenzano abbiamo più volte chiesto all’Amministrazione un atto di responsabilità, prima portando proposte alternative, e poi proponendo una rimodulazione dell’intervento che consentisse di rientrare nel finanziamento. L’Amministrazione ha tergiversato inutilmente tre anni senza arrivare a niente. Il rischio - sempre più concreto con il passare dei mesi - è che non si concludano i lavori entro il 31 marzo 2026 e che il Comune debba restituire tutte le somme percepite.

Allora perché non cercare rassicurazioni sul mantenimento del finanziamento con altri fondi diversi dal PNRR e prendersi una pausa di riflessione sul progetto, visto che questa Amministrazione ha solo 8 mesi di vita davanti?

Un’Amministrazione responsabile farebbe così.