Negli ultimi dieci anni l’Amministrazione di Calenzano si è caratterizzata per alcune scelte nella gestione del patrimonio immobiliare comunale a nostro giudizio molto discutibili.

In un contesto sociale caratterizzato da una carenza di edilizia sociale qual è quello di Calenzano, la cessione a privati dell'immobile di via Giotto fu un errore. Poteva essere l'occasione per ampliare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica o ad affitto agevolato. Invece i 12 alloggi furono venduti a circa 50 mila euro cadauno, ed oggi quella che un tempo era la palazzina della biblioteca ospita alloggi privati. E pensare che gli alloggi ERP che si vanno a costruire in via Pertini costano al comune mediamente 270 mila euro cadauno, senza considerare il valore del terreno.

Scelta analoga è stata fatta per la vecchia scuola materna in via Arrighetto a Settimello, inserita come merce di scambio nel project financing della nuova piscina olimpionica comunale, attualmente ferma per il fallimento della impresa di costruzione. Anche qui un immobile ceduto al solo valore dell’area edificabile.

In genere il Comune quando vende ricava pochissimo; quando acquista invece paga moltissimo. Vedi vicenda dell’acquisto del castello di Calenzano che ci costa 3,3 milioni.

Anche la recente delibera per la vendita dell’immobile storico di Mascagni Scale si inserisce su questa scia, con il Comune che rischia di portare a casa un pugno di lenticchie.

E allora perché non provare a verificare la possibilità di mantenervi all’interno una funzione di interesse pubblico, culturale o sociale? Potrebbero essere ricercate sinergie e/o collaborazioni con altri enti e istituzioni, come l’Università che lamenta spesso carenza di spazi. Oppure l’azienda per il diritto allo studio universitario, per ampliare gli alloggi da destinare agli studenti. Oppure destinarlo ad ostello, per ospitare i tanti “viandanti” del cammino di San Jacopo, che potrebbero farvi tappa. Un edificio che fa parte della storia della nostra comunità, un bene comune a cui tanti cittadini sono legati (ha ospitato negli anni le scuole elementari, materne e medie, la Scuola di musica, il Centro di documentazione sulla drammaturgia al femminile) potrebbe trovare domani una nuova funzione se messo a disposizione di una progettualità di ampio respiro.

Un’Amministrazione ormai pronta a ripiegare, forse dovrebbe interrogarsi se non sia il caso di lasciare alla prossima giunta la possibilità fare scelte diverse.

Invece come al solito è andata avanti: speriamo che anche qui non si vada ai saldi di fine stagione.