Sono arrivata a Calenzano nel 2006 con i miei genitori e mia sorella e ho sempre vissuto nel quartiere Nome di Gesù, che è diventato la mia comunità, quella in cui ho formato la mia famiglia e con la quale sto crescendo le mie figlie.

Ho due bambine, di 11 e 5 anni: la più grande, Nora, è autistica e ciò ha significato sperare che, oltre alla sua famiglia e in particolare la sua empatica sorella Erica, lei potesse contare anche nell'accoglienza da parte degli abitanti della nostra cittadina e dei compagni e degli insegnanti nella scuola. A Calenzano abbiamo incontrato persone pronte ad accoglierla, a sostenerla nella sua diversità, persone che si prendono cura le une delle altre.

É questo che ci rende esseri umani: la capacità di prendersi cura degli altri, di non lasciare indietro nessuno. La civiltà è nata proprio quando qualcuno si è fermato a prendersi cura di chi rimaneva indietro per una ferita o per altro.

Gli abitanti di Calenzano hanno questo forte senso di comunità, la capacità di instillare nel nuovo arrivato un forte senso di appartenenza, determinato dall'attitudine all'accoglienza. Questo è il significato di inclusione, i calenzanesi sono inclusivi per natura. Questa attitudine è un punto di forza e, fin da piccoli, ci viene insegnato a valorizzarli.

Per farlo, chi amministra il territorio ha il dovere di fornire strumenti ai diversi nodi della rete che costituisce la comunità. In primis, è importantissimo educare all'inclusività le nuove generazioni, attraverso progetti educativi mirati a far conoscere anche ai più piccoli le realtà dei diversabili, dei migranti e delle diverse culture, per stimolare l'empatia e sconfiggere la paura.

Sarebbe auspicabile che si realizzassero strutture sportive fruibili anche dai diversabili e che si promuovessero percorsi sportivi con personale specializzato e adeguatamente formato a rapportarsi con loro.

Per coltivare l'inclusività nel quotidiano, è fondamentale che gli amministratori del territorio supportino le associazioni affinché continuino a mantenere unite le persone, forniscano gli stimoli di crescita e incentivino la voglia di stare insieme, promuovendo la cultura e l'aggregazione come risposta alla solitudine e all'indifferenza.

Amministrazione, associazioni e scuola devono essere la rete che tiene unita la comunità e fornisce sempre ascolto, riflessione e stimoli per crescere insieme nel migliore dei modi.

Rosa Milo