Link al video e al materiale della conferenza svoltasi durante la prima parte dell'iniziativa
Lo scorso 7 maggio si è svolta al Circolo ARCI La Fogliaia l'iniziativa sui temi della valorizzazione e tutela del nostro territorio, prevista nell’ambito degli Incontri per l’Ambiente promossi da Assieme-ODV, EcoLobby e Sinistra per Calenzano, con le adesioni di Circolo ARCI Il Molino, Casa del Popolo di Calenzano, Circolo ARCI La Vedetta, Circolo ARCI La Fogliaia, Circolo MCL Amici della Concordia, Circolo ARCI Le Croci, Comitato via Pertini via Faggi e dintorni, Gruppo Giuseppe Conte 2050-Amici 5 Stelle Calenzano, Unione Speleologica Calenzano e OrtoCollettivo Natura È-APS.
Durante la mattinata si è svolta la sessione generale plenaria, con il contributo da parte di Associazioni ed esperti; nel pomeriggio si sono insediati due tavoli tematici di discussione e confronto, al quale hanno partecipato numerosi cittadini con le loro idee e proposte, delle quali trovate un resoconto nel presente comunicato.
Il protagonista della giornata del 7 maggio è stato il nostro territorio, bene comune e risorsa esauribile da tutelare. Nei due tavoli costituitisi, si sono affrontati rispettivamente nel primo i temi della salvaguardia del suolo inedificato e della rigenerazione urbana, e nel secondo ci si è confrontati su come riavvicinare i cittadini al territorio, alla sua storia e ai suoi prodotti, contrastando l'abbandono delle campagne e vivendo l'ambiente intorno a noi attraverso parchi, sentieri e cammini.
Da residenti, diventare abitanti: abitare sta ad indicare un legame più forte del semplice risiedere, vale a dire il percepire come proprio il luogo dove viviamo e prendersene cura. È ormai maturo, diffuso il bisogno di un percorso di riappropriazione del territorio da parte di chi lo abita, per conoscerlo a fondo, proteggerlo, valorizzarlo.
Una partecipazione attiva dei cittadini alle scelte di governo del territorio, non più subite passivamente ma vissute e condivise costruendo una nuova consapevolezza, una nuova visione, una nuova progettualità in linea con le nuove sfide che la crisi climatica impone ad ogni comunità.
Il territorio è una risorsa preziosa ed esauribile: un patrimonio non da sfruttare e stravolgere come fatto nel recente passato, ma da consegnare non depauperato alle generazioni future.
Con la recente modifica alla Costituzione si riconosce finalmente, all’art. 9, non solo la tutela del paesaggio ma anche dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, e all’art. 41 si sancisce che l’iniziativa economica non possa svolgersi in maniera tale da cagionare danno alla salute e/o all’ambiente. Principi fondamentali che dovrebbero costantemente ispirare l’azione di chi ci governa, a tutti i livelli.
Un territorio quello di Calenzano e della piana fiorentina che ha subito dal secondo dopoguerra ad oggi profonde trasformazioni con un processo di urbanizzazione a volte caotico che, soprattutto nella parte pianeggiante, ha lasciato ferite profonde travolgendo il paesaggio agrario costruito in secoli di lavoro dell’uomo.
Un territorio in cui si è cercato negli ultimi decenni di affrancarsi dall’essere periferia industriale fra Prato e Firenze, ricostruendo un equilibrio fra le diverse funzioni e consolidando l’identità di una cittadina con una propria identità riconoscibile.
Un territorio da riqualificare con un progetto di “città paesaggio”, che partendo dall’arresto del consumo di suolo, punti a superare le attuali contraddizioni e a ricucire in un unico ecosistema pianura e collina, città e campagna, con un progetto di ricostruzione ecologica che inglobi e armonizzi nel contesto ambientale i luoghi di vita, le funzioni, le attività quotidiana e converta relazioni e mobilità all’insegna della sostenibilità.
E anche il territorio rurale rischia di scomparire così come l’abbiamo conosciuto. L’abbandono dei territori collinari, con l’inarrestabile avanzata del bosco e il crollo dei muri a secco, ma anche il progressivo affermarsi della monocultura ad olivo, rischia di stravolgere definitivamente un paesaggio costruito e mantenuto nei secoli con il paziente e costante lavoro dell’uomo.
Va sempre più incoraggiata e sostenuta un’agricoltura orientata alla sostenibilità ambientale, che può svolgere un ruolo insostituibile nella produzione di cibo sano e genuino, nella tutela della biodiversità, dell’assetto idrogeologico e nella difesa del nostro prezioso paesaggio.
Un ruolo importante può essere svolto dalle fattorie storiche, ampliandone e valorizzandone le produzioni di qualità e anche le potenzialità di accoglienza per convegnistica e per una nuova frequentazione sostenibile del nostro territorio, per una nuova fase di ripopolamento delle campagne, anche facendo leva su un patrimonio immobiliare che altrimenti rischia di andare irrimediabilmente perduto.
La legislazione urbanistica regionale n. 65/2014, fra le più avanzate in Italia, oggi però è stata fortemente rimessa in discussione con le recenti modifiche apportate in nome della semplificazione, con la variante urbanistica automatica che taglia fuori i cittadini e anche i consigli comunali dalle scelte per i progetti finanziati dal PNRR e dal PNC.
Una modifica che può avere ripercussioni negative anche sul nostro territorio: il progetto di riqualificazione degli alloggi ERP di Viale del Pino, con l’edificazione sull’area verde di Via Pertini, con la nuova normativa, può avere una corsia preferenziale che gli consente di saltare tutte le tappe della discussione con la cittadinanza ed il Consiglio comunale.
Nel tavolo di lavoro dal titolo “Riusare e riqualificare il costruito e salvaguardare il suolo inedificato” si sono approfondite specificatamente le tematiche del governo del territorio. In particolare è stato sottolineato come le scelte urbanistiche del nuovo POC adottato nel febbraio 2021, che prevedono la saturazione di tutte le aree inedificate in ambito urbano, perseguono un’idea di sviluppo ancora incentrato sul consumo di suolo inedificato invece che sul riuso e sulla riqualificazione dell’edificato esistente.
Occorre un cambiamento di paradigma nelle politiche di governo del territorio a cui i cittadini – abitanti possono dare un importante contributo, con una partecipazione consapevole. Da qui la proposta della costituzione di un Comitato non finalizzato solo alla preservazione di una singola area ma di tutto il territorio.
E anche progetti come quello del parco delle Carpugnane, che dovrebbe rappresentare un elemento di riequilibrio ambientale all’interno del territorio urbanizzato, sono state portate avanti con un approccio progettuale di lottizzazione e frammentazione degli spazi che rischia di far venire meno il senso unitario del parco, minimizzandone e svalutandone la percezione all’interno e all’esterno del parco.
È stata sottolineata la necessità di una riconnessione ecologica e riqualificazione ambientale del territorio, rafforzando la connettività e la mobilità sostenibile.
È stata inoltre sottolineata l’opportunità di approfondire e socializzare la progettualità su aree come la ex polveriera di Carraia, l’area di protezione civile della Chiusa, la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri, la riorganizzazione funzionale e la riqualificazione degli spazi disponibili nel centro cittadino.
Sono stati presentati al tavolo, come contributi da mettere a disposizione di tutti - cittadini, associazioni, istituzioni - gli elaborati relativi ad una proposta di rigenerazione in loco degli alloggi ERP di Viale del Pino e un elaborato relativo a proposte per la modifica del progetto del Parco delle Carpugnane.
Invece al tavolo riunificato su territorio rurale, agricolo e collinare e sul tema dei parchi e dei cammini come strumento di valorizzazione del territorio, la discussione si è sviluppata partendo dalla considerazione che la cultura economica attuale è di forma estrattivista, sia quando si parla di agricoltura e allevamento, perché per raggiungere obbiettivi reddituali lo sviluppo è sempre più in forma intensiva, sia quando si parla di turismo che oggi è assimilato ad una industria che stravolge le città e anche i territori rurali. Un territorio sempre sfruttato e mai difeso.
La proposta che si sviluppa dopo un'ampia discussione è che oggi è necessario ricreare una cultura nella quale il territorio ritorni in primo piano. Sono state quindi avanzate alcune idee e proposte di lavoro, da mettere a disposizione di tutti, cittadini associazioni, istituzioni, forze politiche:
- Dare struttura organizzata e una dimensione sostenibile al turismo mediante una attenta gestione dei flussi, perché il nostro territorio è fragile,
- Mappatura dei sentieri, delle fonti, dei tabernacoli. Creazione conoscenza diffusa negli abitanti (persone che non stanno sul territorio nel senso che ci risiedono, ma che ne hanno cura, che ci abitano in senso attivo);
- Paesaggio agrario da considerarsi monumento del territorio Toscano, disegnato dal lavoro agricolo, con il senso dell'uso e non dell'abuso;
- Accesso alla terra per l'uso agricolo – creazione di gruppo di lavoro che approfondisca l'opportunità di fare contratti di comodato per ritornare alle produzione di grani, ortaggi, frutti e all'allevamento (oggi il territorio di Calenzano vive sulla monocultura per la produzione di Olio);
- Semplificazione del regolamento urbanistico per la realizzazione di annessi agricoli che favorisca il ritorno alla coltura della terra.