Sinistra per Calenzano esprime rammarico per la bocciatura, durante lo scorso Consiglio comunale, del suo Ordine del Giorno contro l’inopportuno ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, che avviene elargendo pesanti concessioni al regime di Erdogan in Turchia e alle spese del popolo curdo e dei suoi diritti, ridotti a merce di scambio.
Fino ad ora, infatti, proprio in Svezia e Finlandia il popolo curdo aveva trovato ospitalità e riconoscimento dei propri diritti fondamentali, con l’asilo politico e la protezione dalle persecuzioni del regime turco.
Purtroppo, invece, nel protocollo d’adesione firmato a Bruxelles a fine giugno, «sulla base delle informazioni fornite dalla Turchia», si richiedono estradizioni verso le carceri turche di “presunti terroristi”: gli oppositori politici del regime, i membri del Pkk, ma anche gli appartenenti ad organizzazioni affiliate come l’Ypg curdo-siriano (le milizie che proteggono l’esistenza del Rojava). Proprio gli stessi che, con un tributo di sangue altissimo, hanno dato un contributo determinante alla sconfitta dell’ISIS nel Rojava e nell’Iraq settentrionale.
Nel suddetto protocollo viene altresì sancito che Finlandia e Svezia toglieranno anche il bando alla vendita di armi ad Ankara, e che la Svezia adotterà una nuova legge più severa sulla «criminalità terroristica» oltre a un «inasprimento della legislazione antiterrorismo» e la cessazione di qualsiasi supporto alle Ypg curde o al movimento di opposizione turco Gülen.
Eppure è chiaro che in questo momento l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO, anziché aumentare la sicurezza dei due Paesi e dell’Europa, rischia di innalzare il livello di minaccia reciproca e aumentare la tensione su tutta l’area.
Ancora una volta si va verso una escalation militare imprevedibile, che contribuisce ad allontanare la possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina e l’avvio di un negoziato di pace sulle condizioni di sicurezza reciproca nell’est Europa, sul modello della conferenza di Helsinki del 1975; d’altra parte la NATO non sembra ormai più uno strumento di difesa regionale confinato alla zona atlantica, ma si presenta come un attore globale che difende gli interessi strategici occidentali, prevedendo anche un generalizzato rafforzamento militare in Europa con aumento della forza di intervento rapido fino a trecentomila uomini e la costruzione di nuove basi, oltre alle 135 esistenti, anche in Italia.
Per questo, nell’Ordine del Giorno Sinistra per Calenzano chiedeva al Consiglio comunale di esprimere la propria immane indignazione per il tradimento del popolo curdo, vittima sacrificale degli interessi strategici di USA, NATO e Turchia, e per la svendita di diritti fondamentali quali quelli all’asilo politico, sanciti dall’ONU e dalle convenzioni internazionali; di dichiararsi allarmati per la deriva bellicista e l’innalzamento della tensione internazionale derivanti dalla riconfigurazione strategica della NATO indicata alla conferenza di Madrid; e di esprimere inoltre repulsione per la spudorata ipocrisia dei solennemente declamati “valori occidentali” - dalle violazioni del diritto internazionale contro operazioni militari in territorio straniero al diritto all’autodifesa di un popolo aggredito, ai diritti di libertà fondamentali evocati a fasi alterne, in base a chi sono i soggetti coinvolti e alle convenienze geopolitiche del momento: è evidente che i curdi sono figli di un dio minore rispetto agli ucraini e che ci sono dittatori nemici (Putin) e dittatori amici (Erdogan).
La bocciatura dell’Ordine del Giorno ci delude particolarmente, visti i molteplici OdG approvati dallo stesso Consiglio sul disarmo, sulla guerra in Ucraina, sulle violazioni dei diritti da parte del regime turco di Erdogan e in solidarietà con il popolo curdo, e l’iniziativa promossa dalla Commissione consiliare Pace e Cooperazione che avrebbe dovuto sfociare in un patto di amicizia con un villaggio del Rojava.
Dispiace quindi che il Consiglio di Calenzano, per quanto rappresenti una sola goccia nel mare, stavolta non abbia voluto cogliere l’opportunità di esprimersi in favore della giustizia fra i popoli, e della pace.
Rilanciamo l’appello di Papa Francesco: “il mondo ha bisogno di pace”, non di una pace basata "sull’equilibrio degli armamenti, sulla paura reciproca". Bisogna "passare dalle strategie di potere politico, economico e militare a un progetto di pace globale: no a un mondo diviso tra potenze in conflitto, sì a un mondo unito tra popoli e civiltà che si rispettano".