Da quest'anno i cittadini di Calenzano si troveranno a pagare un’addizionale IRPEF sostanzialmente raddoppiata rispetto a quella del 2022, passando dal 4 al 7,5 per mille. Lo ha deciso il Consiglio comunale lo scorso 27 aprile, in sede di approvazione del bilancio di previsione 2023.
L'aumento delle spese in tutti i settori - anche per le amministrazioni locali - dovuto all'impennata dell'inflazione negli ultimi due anni, combinata con il taglio dei trasferimenti dallo Stato dopo la fine dell'emergenza sanitaria, ha costretto anche il nostro Comune ad aumentare la pressione fiscale, raggiungendo la quota di addizionale che applicano anche gli altri comuni. L'alternativa sarebbe stata un drastico taglio dei servizi che vengono resi ai cittadini, scelta che anche noi non avremmo condiviso.
Questa misura avrà comunque un impatto significativo in una fase così difficile per larga parte della popolazione, soprattutto quella a reddito fisso o quella che non dispone neppure di quello, che ha pagato i costi impazziti degli aumenti energetici e che subisce pesantemente l'effetto dell'inflazione. Stipendi e pensioni medio-bassi hanno recuperato solo una parte dell'aumento dei generi di prima necessità, perdendo una fetta significativa di reddito reale.
Proprio per venire incontro ai nuclei familiari con reddito più basso, il Gruppo consiliare “Sinistra per Calenzano - Per la mia Città” ha proposto di alzare la soglia di esenzione da 7.000 a 10.000 euro e di articolare l'addizionale IRPEF per scaglioni di reddito, adottando un’impostazione progressiva, come hanno fatto altri comuni, come quello di Sesto Fiorentino. Sarebbe stato un segnale di attenzione verso le fasce più deboli della popolazione; Giunta e maggioranza hanno tuttavia risposto che l'articolazione per fasce dell'addizionale avrebbe ridotto il gettito atteso, e quindi hanno rifiutato la nostra proposta. La possibilità di compensare una modesta riduzione di gettito su una spesa di oltre 25 milioni di euro sarebbe stata facilmente raggiungibile, se vi fosse stata la volontà politica, ma questa Amministrazione ha scelto diversamente: un vero peccato.