Oggi è San Valentino, festa internazionale degli Innamorati.
Regaliamo fiori, fissiamo cene romantiche, dichiariamo il nostro amore e celebriamo il più nobile dei sentimenti insieme alle persone che crediamo di amare.
Con tutta onestà penso che ci sia poco da festeggiare in questo giorno, è bello celebrare l’amore ma se lo facciamo dovremmo farlo anche con un forte spirito critico.
Lo scrittore Eric Fromm, ne L'Arte di Amare, identifica l'amore con la modalità più alta e vera a cui l'individuo può tendere per esprimere tutta la propria potenza interiore.
È proprio questa potenza interiore che talvolta, oggi, nel nostro Paese come in molti altri, può risultare paradossalmente e tragicamente fatale.
Il fatto è che in Italia muore all’incirca una donna ogni 3 giorni uccisa da qualcuno che l’ha amata "talmente tanto" da non sopportarne una separazione, da considerarla una proprietà. Il problema riguarda sia i meno giovani che i più giovani e Giulia Cecchettin ne è un esempio recente.
Il quadro diventa ancora più allarmante se pensiamo che il femminicidio è solo la punta di un iceberg, una tragica fine di situazioni di violenza nascoste nella paura e talvolta nella normalizzazione di comportamenti di per sé inaccettabili.
Uno studio di qualche giorno fa, promosso da Save The Children, afferma che “il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia sia un segno di amore. Il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto, e in effetti, quando si passa dalle opinioni alle esperienze, quasi uno/a su cinque (19%) di chi ha o ha avuto una relazione intima, dichiara di essere stato spaventato dal/lla partner con atteggiamenti violenti, come schiaffi, pugni, spinte o lanci di oggetti”.
Credo che sia veramente ora di dire BASTA, ora di mettere al primo posto questa enorme emergenza sociale e relazionale, ricordandoci inoltre che è ingiusto affermare che tutto questo sia frutto di una società malata ed iniziare a dire che è il prodotto di una società storicamente determinata dal potere maschile e dal patriarcato.
Claudia Corsi