Articoli sul POC: 0) Opinione complessiva; 1) Uso di suolo zero? Parliamone, ma soprattutto applichiamolo (questo articolo); 2) Nuove superfici commerciali, ignorando gli assi viari intasati e la crisi economica; 3) A proposito di memoria corta: "sarebbe stato meglio non costruire le case intorno alla fonderia"...
Mercoledì 21 ottobre è iniziata in Commissione Ambiente del Senato la discussione di una proposta di legge del Partito Democratico per “dire basta all’urbanistica espansiva che consuma il territorio e ai disegni di città che distruggono gli spazi verdi e inquinano i nostri polmoni”, per citare il post pubblicato per l’occasione sulla pagina Facebook del PD nazionale.
Allo stesso modo, nel Documento Programmatico del PD di Calenzano pubblicato nel novembre 2018, dunque sei mesi prima delle elezioni comunali, si specificava che “il consumo di suolo ZERO deve diventare una realtà tangibile ed effettiva”, puntando sulla rigenerazione urbana, e restando lontani dal limite di 21’000 abitanti indicato dall’ultimo Piano Strutturale Intercomunale, perché “l’espansione degli ultimi anni richiede oggi un rallentamento e una riflessione”.
Queste sono tutte posizioni che la nostra Associazione notoriamente condivide, come era apparso evidente anche durante la campagna elettorale comunale, in cui si era creata molta confusione nei cittadini che non capivano il perché della spaccatura fra la coalizione PD - Calenzano Futura e quella di Sinistra per Calenzano - Per la mia Città, visti i molti punti programmatici in comune. Molto probabilmente, ora che dagli slogan si passa ai fatti, le distinzioni appaiono più chiare.
Il ruolo assegnatoci dagli elettori, in quanto minoranza, è in primis quello di controllo di quanto operato dell’Amministrazione; e purtroppo dobbiamo constatare come nel Piano Operativo Comunale attualmente in fase di elaborazione le premesse sopra riportate vengano smentite, affiancando estese previsioni edificatorie su terreno vergine ad alcuni interventi più oculati e condivisibili di rigenerazione e recupero.
Nello specifico possiamo fare gli esempi di due aree interessate dalle suddette previsioni: l’una posta a lato della provinciale per Barberino e compresa fra via di Pagnelle e via dei Prati, a destinazione residenziale, l’altra compresa fra la provinciale, via Galilei e via di Prato, in località Fibbiana, con destinazione industriale.
Entrambi interventi che vanno a riempire vasti spazi verdi ai perimetri dell’area urbana, chiudendo il cono visivo verso il parco di Travalle e verso la Calvana rispettivamente dalla zona del Molino, alle porte del parco stesso, e dalla stazione di Calenzano, punto d’arrivo strategico anche per la viabilità stradale da Prato e da Campi Bisenzio.
Già un anno fa avevamo evidenziato come l’area di Fibbiana, oggetto di una forzatura urbanistica da parte della giunta Biagioli a cinque giorni dalle elezioni comunali per assecondare un’ipotesi di sviluppo industriale poi sfumata, potesse essere inserita nel più ampio progetto di parco archeologico, diventando verde di ingresso a Calenzano e di collegamento al Parco di Travalle: ora non solo si continua a riproporre questa ipotesi, ma si aggiungono altre costruzioni all’ingresso dello stesso parco. Era proprio necessario?
Dal canto nostro continueremo a batterci affinchè si rispettino gli impegni presi in campagna elettorale, come dev’essere per chi vuole rappresentare una politica degna del rispetto dei cittadini, e per fare in modo che gli spazi inedificati interni al perimetro urbano della nostra città non vengano considerati come semplici aree vuote da riempire di edifici, ma come risorse verdi da valorizzare e lasciare alle generazioni future.