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Sinistra per Calenzano

Sport, Lavoro e Associazioni

Nel prossimo Consiglio comunale del 30 novembre sarà presentato dai gruppi di maggioranza (PD e Calenzano Futura) un ordine del giorno che esprime grande preoccupazione per le tensioni riapertesi fra il fronte Polisario ed il Marocco, riproponendo l’annosa questione, mai risolta, di dare soluzione alle tensioni con il riconoscimento di una patria per il popolo Saharawi.

È un ordine del giorno largamente condivisibile: l’impegno del Comune di Calenzano in questa direzione, con la partecipazione ed il coinvolgimento anche di molte realtà territoriali, è stato coerente e fattivo da anni. Basti ricordare che fu proprio il Comune di Calenzano, nella persona del suo sindaco Alessio Biagioli, ad avere avuto l’onore di rappresentare le ragioni della causa Saharawi nella sede dell’ONU il 5 Ottobre 2017.

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Durante il Consiglio comunale di lunedì prossimo, 30 novembre, il Gruppo consiliare “Sinistra per Calenzano - Per la mia Città” presenterà una mozione per commemorare il centenario della nascita di Alfredo Martini, nato il 18 febbraio 1921 proprio nella nostra città.

Protagonista accanto a Bartali e Coppi nella eroica stagione del dopoguerra fra il 1942 ed il 1957, Alfredo Martini ha dato al ciclismo italiano le più grandi soddisfazioni come Commissario tecnico della Nazionale Italiana di Ciclismo, ruolo ricoperto ininterrottamente dal 1975 al 1997, portandola alla vittoria per ben sei volte nei mondiali di ciclismo, lavorando poi come dirigente sportivo, partecipando così alla vita del ciclismo italiano con il suo grande contributo di esperienza e di saggezza; dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2014, Alfredo Martini è rimasto nel cuori dei ciclisti, degli sportivi e degli appassionati non solo per la sua indubbia preparazione tecnica e per i suoi successi sportivi, ma anche per lo spessore umano dimostrato in tantissime occasioni.

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Sono stati presentati lunedì 9 novembre, in diretta streaming, gli scenari progettuali del Piano della Mobilità Sostenibile del Comune di Calenzano: in pratica, i cambiamenti che l’Amministrazione ha intenzione di apportare al sistema locale di trasporti e spostamenti, anche in relazione a quanto stabilito nel PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della città metropolitana di Firenze, e allo scenario di progetto del POC, Piano Operativo Comunale. I cittadini possono fornire le proprie osservazioni fino al 20 novembre, prima che si proceda con l’iter istituzionale per l’approvazione e l’applicazione del Piano e che avverrà in parallelo al POC.

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In questi giorni l’Amministrazione Comunale pubblica il bando per la “forestazione” urbana, richiedendo a tale scopo il contributo monetario di cittadini ed associazioni per piantare alberi in aree pubbliche (con costi piuttosto rilevanti per ciascun albero), e contemporaneamente la Regione Toscana proroga i termini per la partecipazione dei comuni al bando Carbon Neutral, che prevede la possibilità di finanziare progetti di forestazione urbana per un massimo di 400’000 euro.

Facciamo un po’ di chiarezza e smettiamola di cambiare il nome alle cose: il bando "piantiamolo!" del Comune di Calenzano riguarda il verde di arredo urbano, e non risponde alle esigenze da noi evidenziate sulla possibilità di dar vita a progetti per la forestazione urbana. Si tratta di propaganda dal respiro corto, che viene messa ancor più in evidenza dalle proposte contenute nel POC, dove si vanno ancora ad occupare altre zone vergini ed il verde è ridotto a piccole fasce, praticamente assente.

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Durante il Consiglio comunale di ieri, il Gruppo consiliare “Sinistra per Calenzano – Per la mia Città” ha presentato congiuntamente con i gruppi di maggioranza un ordine del giorno finalizzato ad eliminare le discriminazioni emerse nelle limitazioni delle attività di somministrazione di cibi e bevande del DPCM del 25 ottobre.

In particolare, una circolare ministeriale emessa a inizio settimana ha specificato che i centri sociali, culturali e ricreativi non possono più svolgere attività sociale di bar e ristorazione nemmeno con i limiti d’orario previsti nel DPCM, costringendoli di fatto alla chiusura completa, malgrado proprio l’attività di somministrazione sia la principale fonte di sostentamento economico che consente a tali centri di portare avanti le proprie iniziative, mantenere i propri dipendenti e le proprie strutture, consentendo di fatto la sopravvivenza di questi presidi territoriali.

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